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14.07.23

CONCLUSIONE PROGETTO INCLUSIONE E AUTONOMIA.

Sintesi relazione finale

Premessa
Il progetto ha sintetizzato obiettivi e attività in 3 grandi settori Abilità psicosocialiConoscenza Di SéEsperienze di Autonomia e Conoscenza del Proprio Territorio che sono stati sviluppati attraverso i seguenti 10 laboratori di base distribuiti sul territorio del Chierese:
Vivere da Grande, Chieri siamo Noi, Produzioni musicali, Murales, TeleVivereGiornale, Diversamente Insieme, Vado in giro/faccio cose/vedo gente, PotenzialMente, Vivere a Santena e Arcobaleno delle Emozioni.


A livello progettuale erano previsti 11 laboratori ma in corso d’opera, non è stato possibile realizzare quello di “Scrittura e Cura” dedicato ai genitori per agevolare il processo di autonomia dei loro figli. Il sostegno è stato effettuato dai responsabili di altri laboratori e di progetto attraverso contatti e incontri personali individuali e di piccolo gruppo.

Tutti i laboratori si sono svolti nei tempi previsti tranne uno (Vado in giro/faccio cose/vedo gente) che è stato realizzato nel terzo trimestre 2023 anziché nel primo come previsto.

Qualche dato oggettivo riferito all’intero sviluppo del progetto (dalla programmazione alla rendicontazione):
- 1744 totale nr ore attività svolta nei 10 laboratori
- 146 totale nr beneficiari che hanno fruito dei laboratori
- 35 totale nr volontari che si sono impegnati in vario modo per lo sviluppo dell’intero progetto
- 4827 totale nr ore di volontariato svolto
Le azioni si sono svolte nel territorio del Comuni di Pino Tse., Chieri, Poirino e Santena.
Sono stati utilizzati 1 dipendente, 1 volontario del servizio civile, nr 9 professionisti come supporto ai volontari per attività specifiche


Elementi che hanno facilitato la realizzazione del progetto:
1) L’aver innanzitutto individuato i bisogni delle famiglie e solo successivamente aver definito contenuti ed obiettivi.

2) La ricchezza di contenuti proposti dai 10 laboratori che hanno riscontrato l’elevato interesse sia dei diretti beneficiari sia delle loro famiglie.

3) La gratuità dei laboratori.

4) La professionalità di volontari e collaboratori collaudata negli anni di servizio e ben nota alle famiglie.

5) La serietà e la cura nell’organizzazione delle attività che partono sempre dall’accoglienza di ciascun partecipante con le sue risorse ed i suoi limiti, dalle modalità delle relazioni e dall’accompagnamento rispettoso verso gli obiettivi e infine dalla distribuzione di tempi e spazi dedicati a ciascun laboratorio in ragione delle condizioni di disabilità dei partecipanti.

6) ll continuo contatto con le famiglie scegliendo modalità e tempi comunicativi da loro più utilizzati e privilegiando brevi contatti diretti in presenza o telefonici. Purtroppo anche le nostre famiglie, oberate di impegni, non sono più abituate a leggere lettere o lunghe comunicazioni eutilizzano lo smart phone come principale mezzo di comunicazione. L’adattamento a questo stile comunicativo è stato pertanto un obbligo irrinunciabile.

7) La fitta rete di collegamento con imprese private ed enti pubblici del territorio stabilite negli anni ha facilitato le attività di inclusione.

8) La vastità e complessità dell’intero progetto che si è sviluppato nell’ambito di quattro Comuni. Questa ampiezza ha richiesto un elevato livello organizzativo e di coordinamento da parte di un ampio gruppo di volontari che l’hanno affrontato grazie ad una lunga esperienza di lavoro di gruppo maturata nell’ambito della nostra Associazione.

9) Senza questa esperienza associativa orientata alla valorizzazione del soggetto disabile, all’apertura al nuovo e al territorio non sarebbe stato possibile affrontare e superare le difficoltà per raggiungere i risultati sul piano della conoscenza di sé, dell’inclusione e dell’autonomia raggiunte da ciascun partecipante, secondo le proprie risorse e nonostante i propri limiti di disabilità


Elementi che hanno ostacolato la realizzazione del progetto:
Sono stati elementi critici:
- la prolungata malattia del principale conduttore di un laboratorio che ha causato prima una temporanea sospensione poi la sostituzione con un altro professionista che ha portato a termine il nr di incontri previsti e il raggiungimento degli obiettivi.
- la scarsissima adesione da parte dei genitori al laboratorio dedicato al loro sostegno che non ha potuto essere avviato.
- lo slittamento di un trimestre dell’avvio di un laboratorio a causa di indisponibilità del professionista conduttore.
- qualche intolleranza/difficoltà relazionale tra alcuni partecipanti disabili all’interno dei piccoli gruppi dovute per lo più a caratteristiche delle patologie di cui sono portatori.

Che cosa è emerso nel corso della realizzazione del progetto che può essere utile per nuove progettazioni:
Nell’eventualità di una nuova progettazione sarebbe utile
- ridurre il nr dei laboratori e quindi la complessità di gestione e coordinamento
- per il laboratorio centrato sull’autonomia nel territorio, la formazione dei piccoli gruppi deve tenere maggiormente in considerazione caratteristiche e fragilità di ogni singolo piuttosto che la richiesta di entrare in un gruppo a scelta sua o della famiglia.
- riuscire a coinvolgere un maggior numero di studenti come facilitatori nei gruppi di lavoro.

Quali sono i fattori di successo dell’iniziativa:
1) La scelta delle attività da proporre ai fruitori come risposta ai loro bisogni di inclusione e autonomia.
2) La scelta di affiancare i volontari con conduttori professionisti nelle attività specifiche ma anche molto preparati nella relazione con le persone con disabilità intellettive.
3) La presenza di volontari fortemente motivati e con serie competenze nella conduzione di attività per il tempo libero.
4) La capacità e l’esperienza associativa di lavorare in rete anche sul territorio.
5) La cultura associativa di un prendersi cura attento e solidale della persona disabile e della sua famiglia.
6) Ultimo ma non meno importante, l’aver trovato i fondi necessari per far fronte al rilevante impegno economico previsto.

Quali sono i fattori di insuccesso dell’iniziativa
L’unico insuccesso è stata la mancata adesione dei genitori al laboratorio condotto da una psicologa finalizzato al sostegno dei percorsi di autonomia dei loro figli. La mancanza di tempo, i troppi impegni famigliari, lo scarso interesse per questo genere di incontri, hanno mascherato la paura di mettere in qualche modo in discussione il proprio stile di vita, di aprire capitoli troppo dolorosi collegati con l’arrivo in famiglia della disabilità e così via. Questa sospensione è stata per noi una vera opportunità mancata perché è nelle nostre finalità statutarie dare sostegno anche alle famiglie che sappiamo essere sempre molto affaticate per le tante incombenze collegate con la presenza di un figlio disabile in famiglia.

Spazio per commenti/considerazioni personali
Come responsabile di progetto sono soddisfatta della riuscita dei laboratori, della scelta degli obiettivi che hanno permesso una gradualità circolare per affrontare i concetti CONOSCENZA DI SÉ, INCLUSIONE e AUTONOMIA che per loro natura sono strettamente interconnessi ed interdipendenti.. Sono grata a tutti i colleghi volontari e ai collaboratori per aver creduto in questo progetto e per essersi messi in gioco con quella vera professionalità centrata sulla cura e l’attenzione alla dignità di ogni persona indipendentemente dalle sue risorse o dai suoi limiti. Sono soddisfatta e grata ai tanti Amici dell’Associazione e agli Enti privati e pubblici che hanno voluto sostenere l’oneroso impegno economico rendendo possibile la realizzazione dell’intero progetto.

Anna Lina Olivieri
Responsabile di Progetto

 



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